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-Ah, questa è fantastica!- sbotto. -E tu credi davvero che me ne importi qualcosa? Beh, mi spiace, ma il mondo non gira sempre intorno a te. Questa non è Garden House e non ci sono stuoli di servitori pronti ad obbedirti. Per quanto mi riguarda puoi pure dire addio alla tua dannata tenuta, perché non intendo sprecare neanche una briciola del mio tempo dietro un ragazzino viziato cresciuto nella convinzione che tutto gli sia dovuto. Avresti fatto meglio a mostrarmi un minimo di rispetto, perché adesso tutto quello che ti resta è il tuo disprezzo e la foto stampata della mia mano che apre quella porta e te la sbatte in faccia esclamando “Benvenuto nel mondo reale!”- gli urlo in faccia, sentendomi pervadere da una corroborante ventata di puro benessere. Thomas non reagisce. Non subito. Si prende qualche secondo per esaminarmi, poi sospira debolmente e si avvicina a me con passi lenti ed un atteggiamento indecifrabile. Senza staccare i suoi occhi dai miei mi raggiunge e, inaspettatamente, mi sfiora una guancia con il dorso di una mano, indugiando sulle mie labbra prima di sussurrarmi con voce suadente -Temo di doverti ricordare che hai appena siglato un accordo che ti vincola a Garden House per i prossimi sei mesi, pena il risarcimento complessivo del valore della tenuta. Avresti fatto meglio a leggere con più attenzione il contratto, perché adesso tutto quello che ti resta è la tua indignazione e la foto stampata della mia mano che apre quella porta, ti consiglia caldamente di andare e te la richiude alle spalle esclamando “Benvenuta nel mondo reale!”-